domenica 27 dicembre 2020
Mia sconosciuta
lunedì 2 novembre 2020
Le Orchidee del Lazio
Orchidee del Lazio è lo scrigno dove Bruno Petriglia ha depositato uno dei gioielli più preziosi che la natura del nostro territorio custodisce: le immagini di 94 specie di orchidee spontanee, frutto di passione, meticolosa ricerca, studio e sapienza nel fotografarle e classificarle. Un irresistibile invito a scoprire e ad amare quanto ancora, ed è moltissimo, non conosciamo della natura che ci circonda.
giovedì 22 ottobre 2020
I polacchi di Anders che liberarono l'Italia
Il cimitero polacco di Montecassino |
L'abbazia vista dalla croce dei polacchi su Quota 575 |
lunedì 7 settembre 2020
La Grande Guerra negli occhi di una donna
Fiore di roccia, romanzo di Ilaria Tuti edito da Longanesi, è sembrato, a chi di noi lo conosce già, una delle migliori letture degli ultimi tempi. La storia, ambientata in Carnia durante la Grande Guerra, è romanzata ma basata su fatti reali: celebra la resilienza delle donne friulane che sacrificarono le loro giornate, e in qualche caso la loro vita, per rifornire gli alpini in prima linea di cibo, medicinali e munizioni. Ogni giorno portarono gerle pesantissime da valle fin sulle cime, contribuendo così alla tenuta del fronte; la sera poi, tornate a valle, c'era da rigovernare la casa, accudire gli animali, allattare i bambini. Furono sacrifici davvero durissimi.
giovedì 13 agosto 2020
Gianni Mura e i racconti della bicicletta
Non c’è dubbio che il mito della montagna sia alimentato, nell’immaginario collettivo, dai grandi alpinisti e dalle salite più impervie: Bonatti e il Monte Bianco, Messner e gli Ottomila. Però c’è un’altra epopea nel racconto popolare, quella di Coppi e Bartali, dell’Alpe d’Huez e dell’Izoard, di Pantani e del Galibier: le cattedrali di pietra e le loro interminabili salite hanno acceso la fantasia di chi ha seguito le grandi corse ciclistiche.
Per questo motivo troveranno posto nella nostra biblioteca I racconti della bicicletta di Gianni Mura. È una raccolta di cronache dal Giro (poche, agli albori della sua carriera) e dal Tour (tantissime e inimitabili) che il giornalista ha seguito per ben 33 anni. Nella prefazione del libro, Emanuela Audisio scrive che “Mura partiva per le corse con la gioia dei bambini che vanno al mare. Solo che le biglie con cui giocava erano vere”. Dai racconti si legge la passione profonda per il suo mestiere, per il Tour, la festa che anima le strade, per la provincia francese e le località dimenticate dove l’unico evento dell’anno è il passaggio della corsa, ma dove Mura trovava sempre una trattoria e un piccolo albergo, con le stanze ancora chiuse con la chiave perché le tessere elettroniche non sono ancora arrivate. Mura racconta la cronaca ciclistica ma non trascura mai il vissuto dei corridori, li rivela nel loro privato e nella loro umanità, nei loro giorni felici e nei loro drammi, senza nascondere le sue simpatie per i più combattenti e coraggiosi e le sue antipatie per i freddi calcolatori. E poi c’è la Francia: i suoi scrittori e i suoi cantautori che lo accompagnano sempre nelle tre settimane di corsa, li cita, li ascolta, rende loro omaggio al Père-Lachaise o nei cimiteri delle cittadine più piccole. Non dimentica certo di descrivere i paesaggi: la pietraia lunare del Ventoux e la vertiginosa discesa dal Tourmalet, ma anche i campi di girasoli e i platani del Midi, la pioggia battente sul pavé di Aremberg. La sua passione resta, però, sempre la cucina: dovunque si trovi ha sempre un buon indirizzo dove mangiare la specialità locale e, quando si trova nei paesi occitani, non rinuncia al suo adorato cassoulet, nonostante il caldo di luglio nel sud della Francia; il problema è, semmai, abbinare il vino giusto. Ma anche qui sa il fatto suo.
Una lettura che mi è sembrata affascinante nello stile narrativo, piena di curiosità e riferimenti culturali, di passioni autentiche. Termino con un'ultima considerazione. Mura smonta il pregiudizio che vuole i francesi altezzosi, pieni di spocchia verso gli italiani "macaronì". I nostri cugini transalpini criticano alcuni nostri tipici atteggiamenti di trascuratezza e superficialità ma hanno sempre rispettato i comportamenti esemplari, fino a un'autentica adorazione per i genii italici, da Leonardo da Vinci a Paolo Conte. Ricorda Mura che, nel 1965, siamo diventati "les Gimondì". Era già accaduto che la Francia adottasse Coppi, sarebbe poi accaduto per Chiappucci e Pantani. I francesi li hanno fatti loro, i francesi non giudicano la corsa in base all'ordine di arrivo. In Italia se fai 200 km di fuga e ti prendono all'ultimo sei un coglione, in Francia sei un combattente, quasi un eroe. Chapeau.
domenica 26 luglio 2020
Bentornato Nanni Settemrini
sabato 4 luglio 2020
La Montagna Sacra come limite etico
La Biblioteca Nazionale del CAI ha trasferito i suoi incontri del ciclo "Leggere le montagne" sul web, dando così la possibilità di partecipare senza muoversi da casa, vantaggio non da poco per chi non abita a Torino o dintorni.
Giovedì scorso abbiamo assistito (uso il plurale, non ero il solo di Frosinone) alla presentazione del libro I paesaggi delle Alpi di Annibale Salsa, past-president generale del CAI. La conversazione ha toccato molti temi, affrontati con una grande preparazione in molti campi non alpinistici quali storia, economia, giurisprudenza: non sarò qui a darvene conto per motivi di spazio ma anche perché mi risulterebbe difficile riassumerli. Vi riporto un concetto su cui l'autore si è soffermato: il senso del Limite. Salsa distingue tra un limite oggettivo e uno soggettivo. Nei secoli passati l'accesso e la vita in montagna erano fortemente condizionati dalla natura del terreno o dalle condizioni climatiche, limiti oggettivi; negli ultimi anni, grazie alla tecnica che ha portato strade, impianti di risalita, materiali sempre più sofisticati tutti quei limiti sono stati fortemente ridotti, se non del tutto annullati. Ora i limiti che ci possiamo porre sono limiti soggettivi, sarà l'etica a porre limiti all'azione dell'uomo.
Venerdì leggo una lettera, pubblicata sull'omonimo settimanale de La Repubblica, indirizzata a Michele Serra, inviata da Toni Farina che si definisce rappresentante delle associazioni di tutela ambientale dell'ente di gestione del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il lettore ci ricorda che fra due anni ricorrerà il centenario dell'istituzione di questa riserva e che "sarà l'occasione per riflettere sul ruolo dei parchi e non solo. Per riflettere sul futuro. Si parlerà di Limite.". Auspica infine che si istituisca, nel territorio protetto, "una Montagna Sacra, Sacra per tutte le genti e tutte le fedi. Dove homo sapiens, alpinista o meno, si impegna a non salire mai.". Sprona, infine, Michele Serra al ruolo di autorevole supporter di questa iniziativa. Inutile dire che il giornalista si dichiari immediatamente d'accordo con questa bellissima idea.
E' una coincidenza che a distanza di poche ore, in contesti diversi, sento parlare di Limite? è un caso che la nostra ultima serata ha trattato il tema delle montagne sacre? Non credo.
Nel 2022 si festeggeranno anche i cento anni del Parco d'Abruzzo, cui siamo legati da sentimenti e dalla vicinanza. Non sarebbe male che, anche in Abruzzo, una cima sia dichiarata Montagna Sacra "per tutte le genti e tutte le fedi".
sabato 30 maggio 2020
Assassinio sul Cervino
L’inglese Glyn Carr, pseudonimo di Franck Showell Styles, alpinista, esploratore e scrittore prolifico è l’autore di Assassinio sul Cervino.
giovedì 2 aprile 2020
Le montagne di Fosco Maraini
sabato 28 marzo 2020
Restate a casa, a guardare un film
domenica 22 marzo 2020
Restate a casa, ad ascoltare la radio
Dall'archivio di Passioni che va in onda nella fascia serale, Nazzareno ha selezionato:
domenica 8 marzo 2020
La biblioteca al tempo del virus
- Assassinio sul Cervino è, come dice il titolo, un giallo ambientato sulla celebre montagna. È scritto da Glyn Carr, autore inglese che confesso di non conoscere. Il protagonista è l’attore shakespeariano Abercrombie Lewker, detective per passione ed esperto alpinista: sul Cervino cerca chi ha ucciso un uomo politico in ascesa. Sul gruppo BiblioCAI ho sentito parlare molto bene di questo libro.
- Jon Krakauer è autore ben conosciuto: giornalista e esperto alpinista raggiunse la notorietà con "Aria sottile", ormai un classico della letteratura di montagna. Nel volume Estremi che abbiamo appena acquistato raccoglie storie e personaggi protagonisti di avventure appunto estreme, in diversi posti del mondo.
- Lassù sulle montagne è una raccolta di articoli tratti dal Corriere della Sera che racconta un secolo di alpinismo: dall'epoca dei pionieri alle classiche imprese del periodo tra le due guerre, agli exploit di Bonatti e Messner. Il tutto raccontato da prestigiose firme del grande quotidiano. Ne trovate una recensione sul numero di febbraio di Montagne 360.
- Il passo del vento è l'ultimo libro di Mauro Corona, scritto insieme a Matteo Righetto. I due autori raccontano ciò che per loro rappresenta la montagna, senza trascurare aspetti naturalistici e spunti di riflessione sull'essere umano.
- Fosco Maraini è stata una personalità rilevante nella storia del CAI. È stato alpinista ma anche scrittore e fotografo. Ha scritto molto di Oriente dove ha lungamente viaggiato. Il suo racconto "Quando salendo creavi il mondo", ambientato sul Gran Sasso resta uno dei miei preferiti. Il volume Farfalle e ghiacciai, che abbiamo appena acquistato raccoglie scritti divisi in tre parti: Occidente, Oriente e Estremo Oriente.
- Enrico Camanni è uno dei più bravi scrittori italiani di montagna. Nel suo Alpi ribelli racconta gli avvenimenti, ambientate su queste montagne, che vedono protagonisti quegli spiriti liberi che si sono ribellati e hanno scritto pagine di storia: da Fra Dolcino e i suoi eretici medievali ai partigiani che combatterono i nazifascisti, a Guido Rossa e al suo esempio di impegno civile.