venerdì 26 gennaio 2024

Riflessioni sulla montagna

La nostra biblioteca si è arricchita di due nuovi libri che, seppure molto diversi tra loro, invitano entrambi a qualche riflessione.

Sylvain Tesson è un famoso giornalista e scrittore di narrativa di viaggio: qualcuno di noi ha visto al cinema il film “A passo d’uomo”, tratto da un suo libro dove descrive le sensazioni provate nel traversare la Francia a piedi, dopo un brutto incidente che poteva condannarlo all’immobilità. In questo nuovo libro “Bianco”, edito da Sellerio, Tesson racconta la traversata delle Alpi in sci, da Mentone a Trieste, compiuta nell’arco di quattro inverni. Lo accompagna Du Lac, guida alpina e campione di arrampicata, tanto che Tesson si chiede perché uno molto più forte di lui accetti di averlo con sé in questo viaggio avventuroso. A loro, poi, si aggiungerà un terzo compagno incontrato lungo il cammino. Il racconto, organizzato in forma di diario in modo che ogni capitolo coincida con un giorno, è però diverso da quello che ci si potrebbe aspettare: di certo ci sono accurate descrizioni del paesaggio ma mai oleografiche, senza decantarne la bellezza, sempre permeate dall’esperienza personale; non c’è mai compiacimento nell’impresa, viene piuttosto descritta la paura nel seguire le tracce di Du Lac e il processo mentale per esorcizzarla; ci sono le visioni e i vagabondaggi mentali per ingannare il tempo durante le lunghe ore di salita; ci sono riferimenti letterari perché un piccolo libro è sempre un fedele compagno di viaggio oltre alla pesante attrezzatura. Così l’immersione nel Bianco serve anche a fare un viaggio dentro di sé alla ricerca dell’essenziale: la stufa, la minestra, il riposo dopo giornate di esaltazione, fatica, paura. 
Estrapolo una frase di Tesson: “In realtà essere al vertice non accresce mai il valore di una persona. L’uomo non si trasforma. Quando raggiunge altezze meravigliose, vi trasporta le sue miserie”.

Questo passo ci porta all’altro libro: La montagna vivente di Amitav Ghosh, uno dei più grandi scrittori indiani. È un breve racconto che tratta i temi cari all’autore: la tragedia del colonialismo, gli stravolgimenti dell’ambiente, le conseguenze nefaste del superamento di ogni limite. Con questo libro Ghosh racconta una favola dal finale amaro. Una comunità di montanari vive in una remota valle ai piedi dell’Himalaya seguendo consuetudini tramandate da tempo: la Montagna li protegge e li nutre ma nessuno dovrà mai salirla. L’arrivo degli stranieri sconvolgerà i ritmi naturali provocando danni sempre più rilevanti. Un invito a riflettere sul nostro presente.