Agli inizi del '900, un giovane rampollo di una buona famiglia della borghesia tedesca parte da Amburgo e fa un lungo viaggio per arrivare sulle Alpi Svizzere: va a trovare il cugino malato che è ricoverato in un sanatorio, in un villaggio di alta montagna. Il soggiorno dovrebbe durare tre settimane; invece Hans Castorp, questo il nome del protagonista, rimarrà lì per sette anni. Su al Berghof, il nostro Castorp vivrà l'oblio dal mondo ma verrà a contatto con persone, idee, sentimenti che non aveva mai incontrato nella sua vita in pianura, restando "incantato" dalla montagna.
Questa storia è abbastanza nota. è infatti quella narrata da Thomas Mann ne La Montagna Incantata.
Leggendo la biografia di Annemarie Schwarzenbach e il suo romanzo Fuga verso l'alto, di cui ho detto nei post precedenti, mi è sembrato necessario far riferimento a questo grande classico della letteratura del Novecento. Sono molte le analogie tra i due romanzi: sono stati scritti a meno di dieci anni di distanza, si svolgono in località di montagna vicine, entrambe frequentate da personaggi di una classe sociale elevata e che subiscono, o forse più probabilmente cercano, il distacco dalla loro vita precedente. Per tutti il soggiorno in montagna sarà un'esperienza decisiva.
Di tutto ciò parleremo nella serata biblioteca di venerdì prossimo, 2 dicembre. A guidarci tra i temi e i personaggi de La Montagna Incantata, ci sarà Anna Amalia Guadagnoli, del circolo di lettura della Biblioteca Comunale e appassionata lettrice dell'opera di Thomas Mann. Sarà lei a ripercorrere le avventure interiori di Hans Castorp nel suo soggiorno sulle Alpi.
Io, che ho sempre un po' l'occhio del montanaro, vi anticipo un solo capitolo, quello in cui il nostro protagonista impara a sciare. Ciò accade oltre cento anni fa, quando lo sci aveva tutto un altro significato rispetto a oggi, somigliando molto più ad un'escursione con gli sci ai piedi. Castorp è un cittadino che si ritrova al cospetto di una montagna ammaliante nella sua veste invernale ma sconosciuta e minacciosa. Nelle sue peregrinazioni in sci ne avvertirà distintamente tutto il fascino ma anche il pericolo; in un attimo la montagna potrebbe diventare un animale feroce che potrebbe ghermirlo con una zampata. Allora Castorp capirà che la bellezza della montagna può percepirla soltanto standoci dentro e non è quella che può vedere dalla terrazza dell'albergo.
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