mercoledì 24 aprile 2024

La Montagna Sacra

Nel 2020, un consigliere del Parco Nazionale del Gran Paradiso lanciò una proposta: «istituire nel territorio del Parco una Montagna sacra per tutte le genti e tutte le fedi. Una montagna “inaccessibile”, sulla quale l’Uomo si impegna a non salire mai. Si impegna ad accettare un Limite.». Fu scelto il Monveso di Forzo, un tremila al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta. Non erano previsti né divieti né sanzioni, era piuttosto una provocazione, un monito a ripensare un modello di sviluppo fondato sulla crescita senza limiti del turismo alpino e delle sue infrastrutture. Questa proposta raccolse adesioni entusiastiche ma allo stesso tempo voci altrettanto critiche: anche il CAI lo accolse piuttosto tiepidamente. 
Enrico Camanni è ripartito da questa idea e ha dato alle stampe il suo ultimo libro dal titolo La montagna sacra, edito da Laterza. Questo saggio riesamina la percezione della montagna nella cultura occidentale che, negli ultimi due secoli, è stata improntata a una progressiva urbanizzazione delle aree alpine per soddisfare le necessità di un turismo sempre più massificato; parallelamente le culture orientali hanno sempre visto la montagna come una fonte di vita, attribuendole un’aurea di sacro rispetto. 
Camanni riepiloga la progressiva occupazione delle valli alpine secondo le ideologie dei vari periodi storici fino a concentrarsi sull’esplosione del turismo di massa del dopoguerra e la nascita dei sentimenti ambientalisti a partire dagli anni ’80. In questa sua ricostruzione riporta diversi pareri, a volte complementari, a volte totalmente divergenti, in modo da affrontare l’uso che si è fatto delle risorse naturali delle Alpi da diversi punti di vista. 
Giunge infine ai giorni nostri, segnati da cambiamenti climatici che richiedono sempre maggiori investimenti e pesanti infrastrutture per consentire di sciare a quote sempre più elevati; i costi nei comprensori turistici più richiesti lievitano in modo da accentuare le differenze sociali. 
Quale futuro si prospetta? Camanni individua nell’accettazione di un limite la chiave per impostare un diverso rapporto tra uomo e montagna, improntato alla sostenibilità che rispetti l’ambiente e l’economia delle valli alpine. Intanto, però, l’industria del divertimento non si ferma e progetta nuovi impianti e ulteriori urbanizzazioni che trasformano sempre più la montagna in una città con annesso il suo parco giochi.

venerdì 26 gennaio 2024

Riflessioni sulla montagna

La nostra biblioteca si è arricchita di due nuovi libri che, seppure molto diversi tra loro, invitano entrambi a qualche riflessione.

Sylvain Tesson è un famoso giornalista e scrittore di narrativa di viaggio: qualcuno di noi ha visto al cinema il film “A passo d’uomo”, tratto da un suo libro dove descrive le sensazioni provate nel traversare la Francia a piedi, dopo un brutto incidente che poteva condannarlo all’immobilità. In questo nuovo libro “Bianco”, edito da Sellerio, Tesson racconta la traversata delle Alpi in sci, da Mentone a Trieste, compiuta nell’arco di quattro inverni. Lo accompagna Du Lac, guida alpina e campione di arrampicata, tanto che Tesson si chiede perché uno molto più forte di lui accetti di averlo con sé in questo viaggio avventuroso. A loro, poi, si aggiungerà un terzo compagno incontrato lungo il cammino. Il racconto, organizzato in forma di diario in modo che ogni capitolo coincida con un giorno, è però diverso da quello che ci si potrebbe aspettare: di certo ci sono accurate descrizioni del paesaggio ma mai oleografiche, senza decantarne la bellezza, sempre permeate dall’esperienza personale; non c’è mai compiacimento nell’impresa, viene piuttosto descritta la paura nel seguire le tracce di Du Lac e il processo mentale per esorcizzarla; ci sono le visioni e i vagabondaggi mentali per ingannare il tempo durante le lunghe ore di salita; ci sono riferimenti letterari perché un piccolo libro è sempre un fedele compagno di viaggio oltre alla pesante attrezzatura. Così l’immersione nel Bianco serve anche a fare un viaggio dentro di sé alla ricerca dell’essenziale: la stufa, la minestra, il riposo dopo giornate di esaltazione, fatica, paura. 
Estrapolo una frase di Tesson: “In realtà essere al vertice non accresce mai il valore di una persona. L’uomo non si trasforma. Quando raggiunge altezze meravigliose, vi trasporta le sue miserie”.

Questo passo ci porta all’altro libro: La montagna vivente di Amitav Ghosh, uno dei più grandi scrittori indiani. È un breve racconto che tratta i temi cari all’autore: la tragedia del colonialismo, gli stravolgimenti dell’ambiente, le conseguenze nefaste del superamento di ogni limite. Con questo libro Ghosh racconta una favola dal finale amaro. Una comunità di montanari vive in una remota valle ai piedi dell’Himalaya seguendo consuetudini tramandate da tempo: la Montagna li protegge e li nutre ma nessuno dovrà mai salirla. L’arrivo degli stranieri sconvolgerà i ritmi naturali provocando danni sempre più rilevanti. Un invito a riflettere sul nostro presente.