lunedì 27 giugno 2022

Lontano dalla vetta

 

“Passi” è la collana di narrativa edita dal CAI, in collaborazione con Ponte alle GrazieTitolo recentissimo di questa collana è Lontano dalla vetta di Caterina Soffici.
Per un motivo a cui si fa soltanto un vago accenno, l’autrice, che ama il mare e si trova a suo agio in acqua, viene catapultata in una baita ai piedi del Monte Rosa, dove vivrà per un anno. Non è sola, con lei c’è la sua famiglia: suo marito, ben più a suo agio sui sentieri di montagna, e i loro due figli che sembra facciano maggior riferimento alle orme paterne. Il racconto si dipana attraverso le quattro stagioni senza seguire, però, la scansione temporale come in un diario: è piuttosto la narrazione delle impressioni suscitate da questa esperienza e dagli incontri di una cittadina con i valligiani.
La scrittura di Caterina Soffici è lieve e coinvolgente e la lettura scorre rapida e affascinante. L’autrice resta lontano dalla vetta, come recita il titolo del libro, ma il suo camminare, spesso da sola e talvolta sulle orme del marito, la conducono a incontri stimolanti e a riflessioni sul rapporto tra uomo e natura e tra turisti e valligiani. Ne esce un quadro di montagna autentico, con le sue dolcezze e i momenti di trasporto emotivo senza dimenticare le inevitabili ruvidità: un quadro che sembra raccontarci la decrescita felice dell’alpinismo, nessuna corsa per raggiungere una cima ma la ricerca di una sintonia con sé stessi e l’ambiente che ci circonda.
L’io narrante si riconosce come un ibrido: non è, non è più come in passato, un turista che fa un uso ludico della montagna nei fine settimana o in vacanza ma non è nemmeno un valligiano che vive la montagna. L’autrice appartiene a una nuova categoria, quella dei lavoratori a distanza che vivono in montagna ma non vivono della montagna: però ha tutta la sensibilità necessaria per avvicinare e comprendere i nativi, quelli che resteranno in paese anche quando lei tornerà, con qualche nostalgia, alla vita cittadina.
Resta la sua testimonianza a raccontare gli inevitabili screzi con i valligiani ma anche i momenti di solidarietà, le difficoltà di un ambiente a volte ostile e i momenti di autentico trasporto emotivo, la scoperta di diversi paradigmi di vita e il riaffiorare di paure ancestrali generate dalla severità della montagna.
Le pagine scorrono veloci e, alla fine, si ha l’impressione di aver capito qualcosa in più della montagna.