domenica 27 dicembre 2020

Mia sconosciuta

Mia sconosciuta è l'ultimo libro di Marco Albino Ferrari
La fascetta riporta un commento di Paolo Cognetti senza mezze misure: "Dopo tanti libri dedicati alla montagna, questo, dedicato alla madre, è il più intimo e bello che abbia letto". 
Il più bel libro alpinistico è, a mio avviso, Freney 1961. La storia è nota e si sa come va a finire: ma, nonostante ciò, quel romanzo dello stesso Ferrari ti tiene inchiodato alla pagina come un giallo. 
Con queste due premesse mi sono accinto a leggere Mia sconosciuta. Devo dire che l'impressione finale che ne ho tratto non si discosta affatto dalle aspettative: mi è sembrato davvero bello.
L'autore ripercorre le vicende della vita di sua madre con lo sguardo affettuoso del figlio e, allo stesso tempo, con lo sguardo indagatore del giornalista che ricompone gli eventi attraverso lettere, diari, fotografie. Rosamaria Ferrari, protagonista assoluta del romanzo, è stata la figlia ribelle di una famiglia lombarda dell'alta borghesia, insofferente a qualsiasi regola e convenzione sociale; ciò l'ha portata a vivere conflitti, spesso interiorizzati, che non potevano esplodere nell'Italia conformista e bigotta del primo dopoguerra. Li ha risolti, o per lo meno mitigati, attraverso i suoi due grandi amori: la montagna e il suo unico figlio, nato al di fuori del matrimonio, convenzione che non avrebbe mai accettato.
Durante la lettura, spesso mi sono chiesto come e perché l'autore abbia trovato il desiderio e il coraggio di raccontare le tensioni e le contraddizioni della sua famiglia: non deve essere stato un lavoro facile riaprire la cassapanca dove si erano accumulati i ricordi della vita di sua madre e renderli pubblici. Forse è stato il tempo a stemperare certi sentimenti e permettere di parlarne. In ogni caso, ne è valsa certamente la pena. Il ritratto che ne viene fuori è intimo, dolce e commovente ma allo stesso tempo nitido e preciso nei momenti di sconforto e disperazione. È il ritratto di una donna che riesce a ritrovare la sua armonia interiore sui sentieri che salgono nei più remoti angoli del Monte Bianco: suo figlio, ancora bambino, la ascolta mentre lei gli spiega la bellezza della natura dell'alta montagna e quando si lascia andare a qualche confidenza. Riemergono allora i ricordi, mai sopiti, delle giornate vissute in quei luoghi durante la sua giovinezza: è allora che il romanzo si riempie di suggestioni per il lettore.