domenica 22 dicembre 2019

Montagne sacre


BiblioCAI, il coordinamento delle biblioteche sezionali, si è arricchito di un nuovo strumento di comunicazione tra le varie sezioni del CAI: un forum di discussione realizzato tramite un gruppo su Google. È uno strumento molto interessante per scambiare informazioni con i responsabili delle biblioteche di tutta Italia che hanno aderito a BiblioCAI. Questo strumento mi è sembrato talmente utile e opportuno tale da vincere la mia avversione per questo tipo di comunicazione e per i social in genere. Ho fatto resistenza, accampando scuse con me stesso, ma poi ho aderito. Alcune discussioni mi sembrano interessanti. Con il tempo capiremo ancora meglio come utilizzare questa forma di condivisione tra biblioteche.
Un argomento che mi ha sempre incuriosito sono le montagne sacre: cime dallo spiccato significato simbolico, luogo di contatto privilegiato tra l'umano e il divino, tra il terreno e il trascendente. In una prossima serata mi ripropongo di donare alla biblioteca Il Monte Analogo, un libro ormai considerato un classico della letteratura di montagna. Vi si narra di una spedizione che parte alla ricerca del Monte Analogo: "la Montagna è il legame tra la terra e il cielo. La sua cima unica tocca il mondo dell'eternità e la sua base si ramifica in molteplici contrafforti nel mondo dei mortali."
Il monte Analogo non esiste, o forse non è stato ancora scoperto, esistono però molte montagne che hanno un forte valore simbolico. Questo libro ci darà allora lo spunto per allargare il discorso alle montagne sacre che già conosciamo.
In biblioteca abbiamo il Sinai raccontato da un'alpinista, Nives Meroi, e da un teologo, Vito Mancuso. Spigolando tra i nostri libri, Arturo ha ritrovato nel diario di Unterkircher (L'ultimo abbraccio della montagna) il racconto della salita al Genyen, senza raggiungere la cima per non urtare la sensibilità delle popolazioni locali che la ritenevano una montagna sacra. Alla ricerca di qualche altro spunto ho chiesto ai miei colleghi bibliotecari, via Google, di consigliarci qualche altro titolo che possa essere utile al nostro discorso. Ho ricevuto qualche suggerimento interessante che vi riporto.
"Verso la Montagna sacra. Il monte Kailash. Un pellegrinaggio in Tibet" di Colin Thubron, veramente bello a detta di chi mi scrive. Uno libro splendido e molto simile di Olivier Föllmi e Jean-Marie Hullot, "Ritorno in Tibet. Un pellegrinaggio al Monte Kailash". Altri spunti sul tema, in generale, si possono trovare nelle opere di Giuseppe Tucci, il nostro grande grandissimo orientalista, anche se non mi è stata indicata l'opera precisa, e pure in "Segreto Tibet" di Fosco Maraini.
Ora sta a noi. Chi vuole contribuire a questa serata parlando di questi o altri libri che vorrà proporre non ha che da farsi avanti, in modo da contribuire sempre di più alla condivisione delle nostre letture, vera chiave di successo della nostra biblioteca.

domenica 8 dicembre 2019

I giovani e la montagna ...e le donne


Poche sera fa, discutendo con Arturo, si dividevano approssimativamente gli scrittori di montagna in due categorie: alla prima appartengono quelli che raccontano storie descrivendo i fatti in modo lineare e sequenziale; alla seconda quelli che mescolano immagini più o meno stralunate, allucinazioni e sensazioni, eventi forse sognati e chissà se accaduti realmente, e che interferiscono con la narrazione per rendere l'atmosfera vissuta dai personaggi. Ciò non voleva essere un giudizio di merito, soltanto il rimarcare uno stile diverso dall'altro.
La notte fra i due inverni, romanzo fresco di stampa di Alberto Sciamplicotti per le edizioni Alpinestudio, appartiene decisamente alla prima categoria. Il racconto si dipana attraverso le avventure in montagna di un gruppo di giovani amici che affrontano roccia e neve ma anche i problemi dell'amore e le difficoltà della vita. I fatti si susseguono in una narrazione fluida e leggera che si lascia leggere piacevolmente e le pagine scorrono facilmente. Se c'è qualcuno che invece "non ci sta a capire niente" è proprio Livio, il protagonista. Gli amori lo attraggono e lo deludono, la montagna lo affascina e lo appaga ma lo costringe ad amare riflessioni, la sua vita privata e lo studio ne risentono. Il romanzo ripercorre allora le tappe che punteggiano la vita di Livio alla ricerca della sua dimensione nel momento in cui si affaccia alla vita adulta con un pesante zaino di incertezze. Gli altri personaggi sono gli amici e le donne, e con queste ultime i rapporti non sono mai chiari. Ma il principale interlocutore del protagonista diventa la montagna: è lei che guida Livio attraverso gioie e dolori verso la ricerca di sé stesso.
Un romanzo che coinvolgerà i giovani e che ispirerà le riflessioni della maturità a chi non lo è più.

Avremo il piacere di ospitare l'autore presso la nostra sezione venerdì 13 dicembre alle ore 19.
Io e Alberto Osti ci adopereremo per presentare il libro.