domenica 18 novembre 2018

Premio letterario Roberto Iannilli

Roberto Iannilli era il Presidente dell'Associazione Alpinisti del Gran Sasso quando un incidente sulla parete nordi di Monte Camicia pose fine alla sua esistenza terrena, insieme a quella del suo amico Luca D'Andrea. L'associazione decise allora di intitolare un premio letterario al suo presidente scomparso così tragicamente: è nato così il premio letterario Roberto Iannilli. Tema del concorso erano racconti reali o di fantasia legati a episodi o esperienze attinenti a figure di alpinisti, a riflessioni filosofiche, scientifiche o esistenziali relative all'alpinismo o all'attività svolte in montagna; consigliabile, ma non obbligatorio, un riferimento al Gran Sasso. 
Ho partecipato anche io al concorso.
Ora un libro dal titolo Trame Verticali raccoglie i migliori racconti, ordinati secondo la classifica stilata dalla giuria. Sfogliando le pagine potrete vedere come il mio racconto è stato valutato molto bene anche se non ho vinto alcun premio. Gli autori si sono orientati generalmente a raccontare salite di grande difficoltà alpinistiche. Non potendo fare altrettanto ho scelto una storia di fantasia. 
Non voglio e non posso dire di più, però riporto il commento che ho ricevuto da Angelo D'Agostini.

Caro Piero,
ho letto il tuo racconto “Salite e discese” recentemente pubblicato per l’editore “Il Lupo” e contenente i migliori lavori di un concorso letterario dedicato alla montagna abruzzese ed in particolare al Gran Sasso. Non avevo dubbi e non mi sbagliavo: è un racconto molto bello, ma vorrei provare ad argomentare questa mia opinione. Intanto, come ci hai abituato utilizzi sfondi diversi, la montagna o la bicicletta, per parlare d’altro e questo dà lo spessore letterario di una prosa che si discosta dalla semplice diaristica comprendente racconti di una escursione o di un viaggio. In quell'“Altro” c’è, secondo me, il tema che più ti spinge a scrivere: l’esercizio del ricordo che come istantanee si assiepano nella memoria riflettendo su ciò che è stato e sulla dolcezza della nostalgia. La montagna Abruzzese ne è la cornice, gradita complice di un particolare stato d’animo, ma il racconto potrebbe essere tranquillamente calato in un altro ambiente che per suggestione e potenza evocativa riesca a fissare ugualmente i momenti significativi della vita trasformati in ricordi. Una prosa non della quotidianità ma sulla quotidiana ricerca di stessi, elaborata attraverso la nostalgica rimembranza di un passato remoto o recente. D'altronde, le tue intenzioni le dichiari in apertura del racconto “Guardo una foto, mi torna sulla pelle il brivido di una sensazione mai dimenticata, un velo di nostalgia avvolge i miei pensieri…..”. Non manca, ovviamente, la vera essenza della nostra montagna, l’Appennino, con la sua solitudine e le sue presenze molto “particolari” estranee al turismo di massa Alpino. Una montagna, appunto, che induce a riflettere più sulla “provvisorietà dell’essere” che ad esaltare conquiste sportive. Mi son venuti in mente, leggendoti, alcuni racconti di Mario Tobino, autore purtroppo dimenticato.