Non
è facile raccontarsi, confessare i ricordi più dolorosi e le emozioni più
delicate. Allora Onesto, protagonista di questa storia, decide di scrivere alle
montagne. Ha speso la sua vita in una piccola frazione di Tai di Cadore e le
cime delle Dolomiti sono una presenza costante e confortante lungo i suoi
giorni. Affranca e spedisce le lettere alle montagne, quasi che esse siano
persone reali a cui destinarle, chissà forse le uniche capaci di intendere le
sue gioie e i suoi tormenti.
Guido
Contin detto Cognac è ormai vecchio, non possiede più nulla se non la sua
saggezza, vive in un casello dismesso della vecchia ferrovia del Cadore: sarà
lui a raccogliere le lettere, non recapitate dalle Poste, e a conservarle, in
modo da consegnarci questa storia struggente.
Onesto
è il titolo di un bel romanzo di uno scrittore veneto, Francesco Vidotto, e
pubblicato da Bompiani.
La
storia scorre lungo molti decenni del Novecento, a cavallo della guerra, fino a
un epilogo che arriva ai giorni nostri, o quasi. Due fratelli si sono persi e
ritrovati, si sono innamorati della stessa ragazza: la loro vita procederà
alternando parentesi di dolcezza e momenti drammatici. Lo spaccato della vita
cadorina ci mostra povertà e resilienza, fatica e sprazzi di felicità, crudezze
e slanci di intensa solidarietà: è una montagna così diversa dallo stereotipo
turistico ma che sa comprendere e lenire i dolori del protagonista. Una storia
che apre una breccia nei nostri sentimenti.
L’autore
fa suo l’insegnamento di Onesto:
“In
molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario.
Scalare
non è questione di tenere, è questione di lasciarsi andare.
Ogni
cosa.
La
paura, l’incertezza, il dubbio, le sicurezze, i problemi, le soluzioni, il
passato, il futuro, le prese, gli appigli.
Tutto
quanto.
Lasciare
andare in un movimento che avvicina al cielo”
domenica 16 marzo 2025
L'uomo che scriveva lettere alle montagne
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