Sir Abercrombie Lewker è un personaggio originale, creato dalla felice penna di Glyn Carr. Durante la guerra è stato un agente al servizio di Sua Maestà britannica, al momento della narrazione è un affermato attore shakespeariano; ha una buona pratica di alpinismo. Alcuni dei nostri lettori lo conoscono già come un fine detective dilettante; ne abbiamo già parlato in due precedenti post che potete recuperare cliccando qui e qui.
Le storie
precedenti erano caratterizzate dall’ambientazione alpina e da indagini dove il
colpevole era all’interno di un novero ristretto di sospettati, una sorta di
camera chiusa in stile Agatha Christie. In questo nuovo volume L’intrigo
norvegese i paradigmi del racconto sono tutt’altri. Il teatro dell’avventura
non sono più le grandi montagne delle Alpi ma, come suggerisce il titolo, la
natura impervia, i fiordi e i ghiacciai della Norvegia; sir Lewker non svolge
la sua indagine all’interno di un albergo alpino o di un rifugio ma deve
avventurarsi in un lungo e periglioso viaggio in un ambiente affascinante e
ostile. Il racconto segue i canoni di una spy story e il nostro personaggio
dovrà unire le sue fini doti deduttive alle capacità alpinistiche e alla
resistenza fisica, doti che gli saranno necessarie per muoversi tra le numerose
trappole che gli vengono tese. Come di consueto, sir Abercrombie manterrà la sua
tipica flemma britannica e anche nei momenti più convulsi non rinuncerà alla
sua pipa e al suo tabacco preferito; non mancheranno le citazioni da Shakespeare
che lo aiuteranno a svelare l’intrigo.
Questo libro,
uscito per la prima volta nel 1963, è stato appena pubblicato in Italia da
Mulatero: non mancherà di appassionare i lettori di Glyn Carr e, speriamo, di
interessare chi ancora non lo conosce.
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