Capita
a volta anche a noi di filosofeggiare sulla cima di una montagna. L’ambiente
severo e suggestivo ispira discorsi che trascendono dalle nostre piccole
vicende quotidiane: ci troviamo così a discorrere delle aspettative della
nostra vita o dei principi alla base dell’universo. Certo, meglio di noi
potrebbero farlo menti ben più eccelse.
Piero
Bevilacqua, professore di Storia contemporanea all’Università della Sapienza,
immagina allora due grandi pensatori del passato, Giacomo Leopardi e Antonio
Gramsci, o meglio i loro spiriti, affacciati sul balcone di una baita, nel
silenzio della montagna, davanti a un incantevole panorama dolomitico, ragionare
di storia, filosofia, politica, del destino dell’umanità. Ne è nato un breve
saggio dal titolo Dialoghi d’altura, sottotitolo Leopardi e Gramsci in una
baita di montagna.
I
ragionamenti dei due spiriti sono stimolati dagli elementi naturali che si
presentano ai loro sensi: l’idillio del paesaggio, l’apparizione della fauna
selvatica ma anche eventi più violenti come il distacco di una frana o l’improvviso
scoppiare di un temporale.
L’autore
disegna un gioco di botta e risposta da due punti di vista, a volte convergenti
a volte opposti, sui grandi eventi della storia e delle idee che li hanno
ispirati. La lettura è breve e intensa e richiede di fare mente locale sui
principali temi dei due personaggi e delle loro epoche. Alla fine del loro
percorso arriveranno a commentare i tempi che stiamo vivendo.
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