I lettori di Enrico Camanni, in particolare quelli che conoscono già il personaggio di Nanni Settembrini, si rallegreranno del suo nuovo romanzo uscito da pochi mesi. La discesa infinita, pubblicato nella collana Il Giallo Mondadori, racconta una nuova indagine di Settembrini, guida e capo del soccorso alpino di Courmayeur. A rigore non è un giallo vero e proprio, non c’è un delitto e non c’è un detective che indaga. In un autunno ancora tiepido, il ghiacciaio del Miage, ridotto al minimo stagionale ma anche a quello storico, restituisce i poveri resti di un alpinista. Settembrini, che li ha ritrovati, capisce subito che si tratta di un incidente avvenuto molto tempo fa ma sembra non esista alcuna denuncia di scomparsa nei registri del soccorso alpino. Il mistero lo intriga e prova a ricostruire l’accaduto partendo dalle flebili tracce a sua disposizione. Altro non si può dire della trama per lasciare intatto il piacere della lettura e della scoperta. In questo romanzo ho ritrovato il Camanni appassionato delle vicende storiche della montagna, l’autore di tanti libri in cui ha raccontato gli alpinisti del passato, la grande guerra, i ribelli che hanno caratterizzato la storia delle Alpi. Il ritmo della vicenda non è serrato, non ci sono alpinisti in pericolo da andare a salvare. Il tentativo di dare un nome ai poveri resti restituiti dal ghiacciaio è l’occasione per rileggere i rapporti tra uomo e montagna negli ultimi cento anni: la virilità fascista, gli entusiasmi del dopoguerra, i fermenti giovanili del post ’68, fino all’allarme generato dal riscaldamento globale reso evidente dal ritiro dei ghiacciai: è proprio un Miage sofferente del caldo estivo a divenire uno dei protagonisti del romanzo. Gli altri sono ben conosciuti da chi ha letto i precedenti episodi: l’ex suocero, prototipo del montanaro che vive isolato ma la sa lunga, le figlie sempre in contrasto con il padre, i genitori di Settembrini emigrati a Torino dal Sud che non capiranno mai il lavoro del loro figlio. E poi ci sono i turisti che affollano Courmayeur soltanto durante i periodi di vacanza: segnano una differenza incolmabile con i valori dei montanari ma danno loro da vivere, in un rapporto irrisolto ma necessario. Finisco col dire che questo romanzo racconta una storia con delicatezza, ci intriga col suo mistero e prova a scrutare nel futuro della montagna tra le preoccupazioni dovute al cambiamento del clima e alla speranza di una vita che nasce: sì perché, questo si può rivelare, Settembrini diventerà nonno.
Grazie Piero!
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