BiblioCAI, il coordinamento delle biblioteche
sezionali, si è arricchito di un nuovo strumento di comunicazione tra le varie
sezioni del CAI: un forum di discussione realizzato tramite un gruppo su Google.
È uno strumento molto interessante per scambiare informazioni con i
responsabili delle biblioteche di tutta Italia che hanno aderito a BiblioCAI. Questo
strumento mi è sembrato talmente utile e opportuno tale da vincere la mia
avversione per questo tipo di comunicazione e per i social in genere. Ho fatto
resistenza, accampando scuse con me stesso, ma poi ho aderito. Alcune
discussioni mi sembrano interessanti. Con il tempo capiremo ancora meglio come
utilizzare questa forma di condivisione tra biblioteche.
Un argomento che mi ha
sempre incuriosito sono le montagne sacre: cime dallo spiccato significato
simbolico, luogo di contatto privilegiato tra l'umano e il divino, tra il
terreno e il trascendente. In una prossima serata mi ripropongo di donare alla
biblioteca Il Monte Analogo, un
libro ormai considerato un classico della letteratura di montagna. Vi si narra di
una spedizione che parte alla ricerca del Monte Analogo: "la Montagna è il legame tra la terra e il
cielo. La sua cima unica tocca il mondo dell'eternità e la sua base si ramifica
in molteplici contrafforti nel mondo dei mortali."
Il monte Analogo non
esiste, o forse non è stato ancora scoperto, esistono però molte montagne che
hanno un forte valore simbolico. Questo libro ci darà allora lo spunto per
allargare il discorso alle montagne sacre che già conosciamo.
In biblioteca abbiamo il Sinai raccontato da un'alpinista, Nives
Meroi, e da un teologo, Vito Mancuso. Spigolando tra i nostri libri, Arturo ha
ritrovato nel diario di Unterkircher (L'ultimo
abbraccio della montagna) il racconto della salita al Genyen, senza
raggiungere la cima per non urtare la sensibilità delle popolazioni locali che
la ritenevano una montagna sacra. Alla ricerca di qualche altro spunto ho
chiesto ai miei colleghi bibliotecari, via Google, di consigliarci qualche
altro titolo che possa essere utile al nostro discorso. Ho ricevuto qualche suggerimento
interessante che vi riporto.
"Verso la Montagna sacra. Il monte Kailash.
Un pellegrinaggio in Tibet" di Colin Thubron, veramente bello a detta
di chi mi scrive. Uno libro splendido e molto simile di Olivier Föllmi e Jean-Marie
Hullot, "Ritorno in Tibet. Un
pellegrinaggio al Monte Kailash". Altri spunti sul tema, in generale, si
possono trovare nelle opere di Giuseppe
Tucci, il nostro grande grandissimo orientalista, anche se non mi è stata indicata
l'opera precisa, e pure in "Segreto
Tibet" di Fosco Maraini.
Ora sta a noi. Chi vuole
contribuire a questa serata parlando di questi o altri libri che vorrà proporre
non ha che da farsi avanti, in modo da contribuire sempre di più alla
condivisione delle nostre letture, vera chiave di successo della nostra
biblioteca.
Ciao Piero,
RispondiEliminail tema è certamente molto interessante oltreché impegnativo per le implicazioni che contiene. A me interesserebbe approfondire il tipo di approccio degli scalatori verso queste montagne ovvero il grado e il tipo di coinvolgimento interiore nell'esperienza fatta, se l'ascensione alle vette contempli anche una sorta di ascesi e non solo una sfida fine a sé stessa e autocelebrativa con le difficoltà poste dalla montagna.