Roberto Iannilli era il Presidente dell'Associazione Alpinisti del Gran Sasso quando un incidente sulla parete nordi di Monte Camicia pose fine alla sua esistenza terrena, insieme a quella del suo amico Luca D'Andrea. L'associazione decise allora di intitolare un premio letterario al suo presidente scomparso così tragicamente: è nato così il premio letterario Roberto Iannilli. Tema del concorso erano racconti reali o di fantasia legati a episodi o esperienze attinenti a figure di alpinisti, a riflessioni filosofiche, scientifiche o esistenziali relative all'alpinismo o all'attività svolte in montagna; consigliabile, ma non obbligatorio, un riferimento al Gran Sasso.
Ho partecipato anche io al concorso.
Ora un libro dal titolo Trame Verticali raccoglie i migliori racconti, ordinati secondo la classifica stilata dalla giuria. Sfogliando le pagine potrete vedere come il mio racconto è stato valutato molto bene anche se non ho vinto alcun premio. Gli autori si sono orientati generalmente a raccontare salite di grande difficoltà alpinistiche. Non potendo fare altrettanto ho scelto una storia di fantasia.
Non voglio e non posso dire di più, però riporto il commento che ho ricevuto da Angelo D'Agostini.
Caro Piero,
ho letto il tuo racconto “Salite e discese” recentemente
pubblicato per l’editore “Il Lupo” e contenente i migliori lavori di un
concorso letterario dedicato alla montagna abruzzese ed in particolare al Gran
Sasso. Non avevo dubbi e non mi sbagliavo: è un racconto molto bello, ma vorrei
provare ad argomentare questa mia opinione. Intanto, come ci hai abituato
utilizzi sfondi diversi, la montagna o la bicicletta, per parlare d’altro e
questo dà lo spessore letterario di una prosa che si discosta dalla semplice
diaristica comprendente racconti di una escursione o di un viaggio. In quell'“Altro” c’è, secondo me, il tema che più ti spinge a scrivere: l’esercizio del
ricordo che come istantanee si assiepano nella memoria riflettendo su ciò che è
stato e sulla dolcezza della nostalgia. La montagna Abruzzese ne è la cornice,
gradita complice di un particolare stato d’animo, ma il racconto potrebbe
essere tranquillamente calato in un altro ambiente che per suggestione e potenza
evocativa riesca a fissare ugualmente i momenti significativi della vita
trasformati in ricordi. Una prosa non della quotidianità ma sulla quotidiana
ricerca di stessi, elaborata attraverso la nostalgica rimembranza di un passato
remoto o recente. D'altronde, le tue intenzioni le dichiari in apertura del
racconto “Guardo una foto, mi torna sulla pelle il brivido di una
sensazione mai dimenticata, un velo di nostalgia avvolge i miei pensieri…..”.
Non manca, ovviamente, la vera essenza della nostra montagna, l’Appennino, con
la sua solitudine e le sue presenze molto “particolari” estranee al turismo di
massa Alpino. Una montagna, appunto, che induce a riflettere più sulla
“provvisorietà dell’essere” che ad esaltare conquiste sportive. Mi son venuti in
mente, leggendoti, alcuni racconti di Mario Tobino, autore purtroppo
dimenticato.
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