La nostra biblioteca ha acquistato la nuova collana edita da Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, dal titolo Storie di Montagna. Sono 25 volumi che trattano l'argomento da punti di vista molto diversi. La lista completa la trovate qui.
Di alcuni so dirvi, avendoli già letti. I progetti di studio e reintroduzione del lupo, il suo habitat e le sue abitudini sono raccontati da Marco Albino Ferrari in La via del lupo. A partire dai monti della Majella, questo predatore ha risalito e colonizzato la montagna fino ad arrivare nelle Alpi Occidentali: la convivenza con l'uomo però non è mai facile.
Paolo Rumiz è viaggiatore dai tempi e modi inusuali: con una vecchia Topolino percorre prima l'arco alpino e poi l'Appennino fino alla punta estrema della Calabria. Un viaggio che privilegia la lentezza e le strade dimenticate ma che favorisce incontri eccentrici, apportatori di nuove storie perse nelle pieghe della montagna. Il tutto è raccontato ne La leggenda dei monti naviganti.
Wu Ming è un collettivo di scrittori anonimi. Il sentiero degli dei è il titolo del libro ma anche l'antica via di collegamento tra Bologna e Firenze. Un libro che non è un romanzo, non è una raccolta di racconti, non è una guida né un resoconto di viaggio; neppure un'inchiesta giornalistica sui danni inferti al territorio da autostrade e ferrovie. Ma è un po' di tutto questo.
Henriette d'Angeville era una nobildonna che salì il monte Bianco nel 1838 (seconda donna in assoluto ma la prima a organizzare una spedizione in proprio). Racconta questa sua impresa, con ogni dovizia di particolari in La mia scalata al Monte Bianco.
Gli altri non li ho (ancora) letti però sembrano interessanti: In terre lontane, Walter Bonatti racconta le sue avventure nei luoghi più impervi e remoti della terra; Erri De Luca è Sulla traccia di Nives per raccontare dal vivo la grande alpinista friulana; Il leopardo delle nevi è un animale raro quanto elusivo e il viaggio di Peter Matthiessen alla sua ricerca diventa un viaggio alla scoperta di sé.
Di libri ce ne sono altri, qualche autore lo conosco, altri no. Ci auguriamo che qualcuno di questi libri comunichi sensazioni intense a qualche nostro socio: così ne ricaverà un'idea per una serata o per una recensione da pubblicare su questo blog, dove l'ospiterò volentieri. Sarà un ottimo spunto per scoprire un nuovo libro, un nuovo autore e arricchire la nostra comunità di lettori con una nuova emozione.
domenica 21 gennaio 2018
domenica 14 gennaio 2018
Una tragedia al femminile sul Pik Lenin
L'idea che i lettori della nostra biblioteca ci aiutino a tenerci informati sui volumi della nostra biblioteca è subito piaciuta. Dopo che Federico ci ha presentato tre nuovi libri appena arrivati, Arturo Pellegrini mi ha inviato un suo contributo su un libro che, evidentemente, lo ha molto colpito. Vi lascio al suo commento di Qui Elja mi sentire? Otto donne sul Pik Lenin
Ho letto molti libri della nostra biblioteca, soprattutto quelli della
recente collana Montagna Leggendaria del Corriere della Sera che raccoglie il
meglio degli autori contemporanei. Soprattutto amo leggere i racconti degli
alpinisti che ci descrivono e ci fanno vivere le loro avventure e le loro
imprese. Spesso queste storie ci raccontano anche di tragedie e disgrazie che
purtroppo spesso avvengono in ambiente di alta montagna. Questi racconti sono
crudi ed agghiaccianti, ma è interessante anche rendersi conto di come certe
cose possano avvenire; è avvincente scoprire le motivazioni che portano molti
alpinisti a rischiare la pelle in ambienti particolarmente ostili e pericolosi
per raggiungere una vetta o comunque un obbiettivo anelato e inseguito da una
vita.
Tra questo tipo di letture mi ha particolarmente colpito Qui Elja mi
sentite? Otto donne sul Pik Lenin di Linda Cottino. L’autrice, giornalista e
scrittrice, ci racconta una tragedia avvenuta nel 1974 che ha visto coinvolta
una cordata di otto donne, alpiniste sovietiche, coinvolte nello stesso
destino. Il loro obiettivo era la traversata est-ovest del Pik Lenin, una delle
più alte montagne del Pamir.
Elvira Shataeva dello Spartak Club di Mosca, svezzata tra i rigori
gerarchici dell'alpinismo sovietico, dovrà condurre le compagne sulle atmosfere
rarefatte dei settemila, mentre dal campo base si puntano i cannocchiali sulla
montagna e alla radio sono dettati ordini e informazioni. I giorni passano,
tutto sembra andare per il meglio, finché il meccanismo si inceppa a causa di
qualche ritardo, dovuto ad un malore di una delle ragazze, e sopravviene il
maltempo che blocca le ragazze poco sotto la vetta, dopo averla conquistata.
Seguono lunghe e terribili ore; le ragazze nella tremenda tempesta che
sopravviene non possono neanche raggiungere le tende del campo più alto,
possono solo accucciarsi le une alle altre nella neve, attendendo qualche
soccorso che non arriverà mai, fino alla tragedia finale.
La vicenda fu tenuta nascosta per quanto possibile dalla riservatezza
dell’alpinismo sovietico di quegli anni. L’autrice, dopo aver visitato per caso
dopo 30 anni le tombe delle alpiniste russe, si interessa alla vicenda. Partendo
da lontani ricordi di pochi testimoni e dopo lunghe ricerche negli archivi di
Mosca l’ha recentemente ricostruita e assemblata in una successione di quadri
distinti. Ne vien fuori un’appassionante vicenda, scritta 'in soggettiva', che
ci fa rivivere in diretta i tragici momenti di quella disgrazia. Struggenti le ultime
comunicazioni radio tra il campo base e le alpiniste ormai morenti. Particolarmente
toccanti le ultime pagine che raccontano gli ultimi attimi di vita delle
ragazze. Un’emozione letteraria da vivere assolutamente.
mercoledì 3 gennaio 2018
Storie di montagne e strade d'Italia
Anno nuovo e libri nuovi nella nostra biblioteca. Stavolta lascio la parola a Federico che li ha già letti tutti e tre. Buon anno a tutti !
La Pelle dell’Orso di Matteo Righetto
racconta di Domenico, un ragazzo di 12 anni che vive sulle Dolomiti.
Le montagne,
i boschi, la natura in generale descritti con cura non fanno solo da contorno
alla vicenda ma hanno una grande importanza nel racconto. Ma il tema più importante del romanzo è il
rapporto tra padre e figlio.
La mamma di
Domenico è morta e con il padre ha un rapporto per nulla facile. Provato dalla
scomparsa della moglie è dedito all’alcol e addirittura violento con il figlio,
che non smette comunque di volergli bene.
Il padre, per il desiderio di rivalsa nei confronti di chi lo considera solo un balordo e la volontà di mostrare a sé stesso e soprattutto a Domenico che lui è un uomo di valore, lo coinvolgerà in un’esperienza unica e spaventosa
dalla quale apprenderà che la natura, per quanto pericolosa, non sarà mai
crudele come gli uomini.
Lissy è il nuovo romanzo di Luca
D’Andrea.
Avvincente
come il primo, La Sostanza del male, il
nuovo thriller narra di una donna in fuga e del mistero che porta con se.
Come il
precedente, il romanzo è ambientato nel Sud Tirolo.
Marlene ha
sposato Herr Wegener, l’uomo più temuto del Sud Tirolo e decide di scappare da
lui dopo avergli sottratto un tesoro il cui valore va oltre quello del denaro.
Nella fuga,
uscita di strada con la macchina, viene trovata e salvata da un contadino di
montagna che abita in un maso sperduto in quota. Un uomo solitario che vive
sulla montagna dove hanno vissuto i suoi avi e che segue e rispetta leggi
antichissime. Un uomo con un passato spaventoso.
Il marito
incarica un personaggio gelido e cinico che non si fermerà finché non avrà
portato a termine il proprio compito.
Marlene
dovrà capire quale sia la minaccia peggiore: il marito, il killer o il
contadino stesso.
Oppure
Lissy…
Storia e geografia del Giro d’Italia
Giacomo
Pellizzari è un giornalista – scrittore amante del ciclismo.
Con passione
in questo libro ripercorre l’Italia con un “Giro” di 21 tappe, forse le più
affascinanti, che vanno dalla fuga solitaria di Coppi sul Pordoi agli scatti
ripetuti di Marco Pantani sul Mortirolo, dall’impressionante tenacia di Merckx
sulle Tre cime di Lavaredo all’eroica scalata sul Monte Bondone di Charly Gaul.
Un viaggio
tra i sentieri silenziosi dell’Abetone nel Giro del 1940, sulle passerelle di
barche allestite a Venezia per permettere l’arrivo a Piazza S. Marco nel 1978.
Ripercorre momenti fondamentali della storia del ciclismo ma, soprattutto, tappe uniche della storia popolare del nostro paese.
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