Il corriere mi ha recapitato l'ultimo pacco di libri della collana Montagna Leggendaria: prima di portarli in sede e catalogarli ho dato uno sguardo. Ci sono diversi libri di Enrico Camanni: è un autore prolifico e evidentemente ben considerato da chi ha selezionato i titoli. ciò conferma la mia impressione della settimana scorsa. Comincio a leggere Cieli di Pietra, una biografia dell'abate Amé Gorret, figura controversa dell'alpinismo e della cultura montanara dell'Ottocento. Ad essere onesto la lettura non mi ha preso. Ho cominciato così Il fuoco e il gelo sempre di Camanni. Questo libro mi è sembrato molto più interessante. Racconta la guerra del 15-18 attraverso le lettere e i diari dei protagonisti, i soldati impegnati su un fronte di quattrocento chilometri tutti in montagna, dal passo dello Stelvio fino a Trieste. Questi racconti autentici mettono in luce tante diverse chiavi di lettura. Il popolo contadino scopre questa frontiera fatta di montagne sconosciute e si ritrova a combattere e morire per delle rocce dove i ricchi andavano a divertirsi. Il confine geografico è preciso, geometrico, corre sulla linea spartiacque delle montagne; i confini culturali, linguistici, affettivi sono invece molto più sfumati e legano gli abitanti di valli limitrofe molto più di quanto i confini geografici non li dividano. Allora le guide alpine che guidano le truppe degli opposti eserciti in ricognizione sulle creste si conoscono bene e rifiutano di combattersi a vicenda: i soldati solidarizzano tra loro mentre gli ufficiali li obbligano ad uccidersi. Una delle tante assurdità della guerra. Ce ne sono altre: gli sforzi immani per conquistare una cima che poi costerà ancora di più mantenere. La guerra sul fronte più alto, nella zona del Cevedale, costringe i soldati a presidiare giorno e notte, estate e inverno, cime ben oltre i tremila metri. Sono cime che gli alpinisti raggiungono per il tempo della conquista e che subito abbandonano; gli alpini invece devono abitarle a costo di sacrifici durissimi. La Guerra Bianca si prende centottantamila giovani vite mentre il fronte non si sposta praticamente di nulla.
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