Ritorno brevemente sulla serata dedicata a Massimo Mila per fare
alcune considerazioni, in parte condivise con i soci e amici che erano
presenti.
La partecipazione è stata inferiore ad
altre serate. Vero, ma non è che fossimo proprio pochi, non eravamo certo al
minimo. C’era in contemporanea la partita in casa del Frosinone e più di
qualcuno ha preferito lo stadio. Probabilmente la serata non era molto
accattivante. Non c’è dubbio che serate che raccontano di imprese spettacolari
con relativa proiezione di immagini siano più attraenti per i nostri soci e
simpatizzanti. Questa serata dedicata a Mila mi girava in testa da tempo e sono
riuscita a realizzarla grazie all’apporto di Silvia e Nazzareno che hanno
trattato il nostro personaggio da diversi punti di vista: le tre voci
differenti hanno reso l’esposizione più varia. In conclusione, non mi sono
certo pentito di aver portato avanti questa mia idea. I temi trattati, a volte
impegnativi e mai banali, hanno richiesto attenzione e concentrazione, lo
capisco da me. C’era bisogno di leggere alcuni passi e di rifletterci su per
provare a illuminare almeno per un attimo le tante sfaccettature di questo
intellettuale e alpinista. Penso però che ne sia valsa la pena.
Siamo ormai abituati a un tipo di comunicazione veloce e di impatto
visivo: guardiamo sempre più spesso immagini sui social e leggiamo sempre meno
articoli di fondo sui quotidiani. Il tempo necessario a leggere il giornale è
diventato un lusso. È vero che a volte una fotografia ben fatta vale più di una
lunga descrizione a parole, però è anche vero che quando a scrivere è una
persona di grande spessore le parole possono indurci a buone riflessioni e
suscitare emozioni profonde.
La rivoluzione del modo di comunicare si è compiuta in pochi anni, e
non è detto che sia finita qui. La facilità di accesso ai mezzi di
comunicazione ha aumentato a dismisura la quantità di parole dette e scritte e
di immagini condivise ma ciò non implica necessariamente che apprendiamo più e
meglio. È sempre la qualità dei messaggi e la capacità di chi li invia a dare
un vero contenuto alla miriade di informazioni che ci arrivano. E allora è
sempre necessario prendersi il tempo di leggere un buon libro anche se
l’esercizio non è né facile né immediato.
Non amo i social e a volte non capisco perché tengo questo blog: cerco
di farlo con parsimonia e con attenzione. Mi piace sempre questa battuta di
Corrado Guzzanti che oltre quindici anni fa già ironizzava già sulla rapidità e
inutilità dei nuovi mezzi di comunicazione