Stefano
Mancuso, professore ordinario presso l’Università di Firenze, è tra le massime
autorità mondiali impegnate a studiare l’intelligenza delle piante.
Ho
letto il suo primo libro in un luogo ideale: in una radura al centro di un
bosco, in un pomeriggio di riposo e di quiete, nella perfezione del silenzio.
Ho avuto modo, così, di conoscere i temi che gli sono cari, spiegati in maniera
chiara: gli alberi hanno una vita sociale, infatti si scambiano informazioni
tramite le loro radici; hanno sviluppato i cinque sensi, seppure in modo
diverso da noi; hanno una forma di intelligenza che gli permette di far fronte
alle difficoltà e ai cambiamenti dell’ambiente. E poi, sembra una banalità ma è
una verità assoluta: le piante vivrebbero benissimo senza il genere umano
mentre noi, senza di loro, ci estingueremmo in un batter d’occhi.
Questo
suo primo libro era evidentemente un saggio, a cui ne sono seguiti altri sempre
centrati su temi del genere.
Ora
invece Stefano Mancuso ha trasferito questi suoi argomenti nella narrativa. In
biblioteca abbiamo La versione degli alberi, edito da Einaudi, gentilmente
donatoci da Margherita Antonucci. In questo romanzo gli alberi parlano e
camminano, addirittura viaggiano, custodiscono le loro informazioni in una
biblioteca e si riuniscono in assemblea. Tutte le loro attività hanno un fine:
contrastare i danni che l’uomo sta arrecando all’ambiente e far fronte al
cambiamento climatico. Il tono della scrittura è leggero e fantasioso; certo,
la narrazione ha il carattere di una fiaba; però, in filigrana. si intravedono
i solidi fondamenti scientifici dell’autore e la sua visione del mondo
vegetale. Gli alberi di Mancuso sono inclusivi, aperti al dialogo con le altre
comunità vegetali; camminano e addirittura viaggiano; "ragionano" su tempi lunghi secoli e non soltanto sul
presente; condividono le loro informazioni per perseguire il bene comune. A
differenza degli umani.
All’inizio
del racconto si fa riferimento a una storia precedente: ho capito quindi che
c’è un altro libro che lo precede (La tribù degli alberi, Einaudi, 2022); il
finale è aperto e lascia intuire che ci sarà un terzo episodio. Potrebbe essere
interessante. Se ne può parlare.