La nostra
biblioteca si è arricchita di due nuovi libri che, seppure molto diversi tra
loro, invitano entrambi a qualche riflessione.
Sylvain
Tesson è un famoso giornalista e scrittore di narrativa di viaggio: qualcuno di
noi ha visto al cinema il film “A passo d’uomo”, tratto da un suo libro dove
descrive le sensazioni provate nel traversare la Francia a piedi, dopo un brutto
incidente che poteva condannarlo all’immobilità. In questo nuovo libro
“Bianco”, edito da Sellerio, Tesson racconta la traversata delle Alpi in sci,
da Mentone a Trieste, compiuta nell’arco di quattro inverni. Lo accompagna Du
Lac, guida alpina e campione di arrampicata, tanto che Tesson si chiede perché
uno molto più forte di lui accetti di averlo con sé in questo viaggio
avventuroso. A loro, poi, si aggiungerà un terzo compagno incontrato lungo il
cammino. Il racconto, organizzato in forma di diario in modo che ogni capitolo
coincida con un giorno, è però diverso da quello che ci si potrebbe aspettare:
di certo ci sono accurate descrizioni del paesaggio ma mai oleografiche, senza
decantarne la bellezza, sempre permeate dall’esperienza personale; non c’è mai compiacimento
nell’impresa, viene piuttosto descritta la paura nel seguire le tracce di Du
Lac e il processo mentale per esorcizzarla; ci sono le visioni e i vagabondaggi
mentali per ingannare il tempo durante le lunghe ore di salita; ci sono
riferimenti letterari perché un piccolo libro è sempre un fedele compagno di
viaggio oltre alla pesante attrezzatura. Così l’immersione nel Bianco serve
anche a fare un viaggio dentro di sé alla ricerca dell’essenziale: la stufa, la
minestra, il riposo dopo giornate di esaltazione, fatica, paura.
Estrapolo
una frase di Tesson: “In realtà essere al vertice non accresce mai il valore di
una persona. L’uomo non si trasforma. Quando raggiunge altezze meravigliose, vi
trasporta le sue miserie”.
Questo passo
ci porta all’altro libro: La montagna vivente di Amitav Ghosh, uno dei più
grandi scrittori indiani. È un breve racconto che tratta i temi cari
all’autore: la tragedia del colonialismo, gli stravolgimenti dell’ambiente, le
conseguenze nefaste del superamento di ogni limite. Con questo libro Ghosh racconta una
favola dal finale amaro. Una comunità di montanari vive in una remota valle ai
piedi dell’Himalaya seguendo consuetudini tramandate da tempo: la Montagna li
protegge e li nutre ma nessuno dovrà mai salirla. L’arrivo degli stranieri
sconvolgerà i ritmi naturali provocando danni sempre più rilevanti. Un invito a
riflettere sul nostro presente.