Chi come noi
frequenta la montagna invernale tra Lazio e Abruzzo si imbatte spesso in
stazioni sciistiche sovradimensionate e abbandonate, figlie di un modello di
sviluppo degli anni 1960-70 che ha segnato il paesaggio dell’Appennino. La mia
sensibilità è stata colpita soprattutto dagli agglomerati turistici dei monti
Simbruini, la cui fortuna iniziale era dovuta alla vicinanza con la capitale e
presto cadute in un rapido declino, dovuto anche ai modesti dislivelli e alla
bassa quota dove c’è neve sempre più di rado. Di Marsia mi ricordo tanta neve e
tanti enormi palazzi tristi, abbandonati; a Livata tante villette chiuse a
punteggiare di cemento la faggeta.
Stefano
Cioffi è un fotografo professionista romano che, appassionato di paesaggio e di
montagna, ha fatto un viaggio nei luoghi di villeggiatura invernale dell’Appennino
laziale e abruzzese. Ne ha tratto un libro, La silente anarchia della natura che attraverso le immagini racconta la totale indifferenza della natura
all’azione scellerata dell’uomo che ha invano e inutilmente cercato di
colonizzare dei luoghi senza preoccuparsi di creare una relazione fra sé e i
luoghi interessati. L’utilizzo quasi totale del campo lungo accentua l’effetto
straniante delle sue inquadrature: sono visioni desolate e desolanti, immagini
spettrali avvolte da un inquietante silenzio.
Durante la
nostra prossima serata biblioteca del 16 marzo, Stefano Cioffi sarà nostro
ospite e presenterà il suo libro; ci racconterà le sue impressioni attraverso
un book di centocinquanta scatti, tra i quali ci sono le trentasei foto che
hanno trovato posto tra le pagine del volume. Avremo quindi l'occasione di affrontare
il tema mai risolto di quale deve essere il modello di sviluppo turistico
dell'Appennino, da un punto di vista particolare: quello dell'impatto visivo
che queste fotografie produrranno sulla nostra sensibilità. Sarà un ottima
occasione per ragionare ancora, seppure in una diversa chiave di lettura, sul
rapporto tra uomo e natura, tra uomo e montagna.
Vi aspetto.