mercoledì 14 febbraio 2018

L’impassibile anarchia della natura


Chi come noi frequenta la montagna invernale tra Lazio e Abruzzo si imbatte spesso in stazioni sciistiche sovradimensionate e abbandonate, figlie di un modello di sviluppo degli anni 1960-70 che ha segnato il paesaggio dell’Appennino. La mia sensibilità è stata colpita soprattutto dagli agglomerati turistici dei monti Simbruini, la cui fortuna iniziale era dovuta alla vicinanza con la capitale e presto cadute in un rapido declino, dovuto anche ai modesti dislivelli e alla bassa quota dove c’è neve sempre più di rado. Di Marsia mi ricordo tanta neve e tanti enormi palazzi tristi, abbandonati; a Livata tante villette chiuse a punteggiare di cemento la faggeta.
Stefano Cioffi è un fotografo professionista romano che, appassionato di paesaggio e di montagna, ha fatto un viaggio nei luoghi di villeggiatura invernale dell’Appennino laziale e abruzzese. Ne ha tratto un libro, La silente anarchia della natura che attraverso le immagini racconta la totale indifferenza della natura all’azione scellerata dell’uomo che ha invano e inutilmente cercato di colonizzare dei luoghi senza preoccuparsi di creare una relazione fra sé e i luoghi interessati. L’utilizzo quasi totale del campo lungo accentua l’effetto straniante delle sue inquadrature: sono visioni desolate e desolanti, immagini spettrali avvolte da un inquietante silenzio.
Durante la nostra prossima serata biblioteca del 16 marzo, Stefano Cioffi sarà nostro ospite e presenterà il suo libro; ci racconterà le sue impressioni attraverso un book di centocinquanta scatti, tra i quali ci sono le trentasei foto che hanno trovato posto tra le pagine del volume. Avremo quindi l'occasione di affrontare il tema mai risolto di quale deve essere il modello di sviluppo turistico dell'Appennino, da un punto di vista particolare: quello dell'impatto visivo che queste fotografie produrranno sulla nostra sensibilità. Sarà un ottima occasione per ragionare ancora, seppure in una diversa chiave di lettura, sul rapporto tra uomo e natura, tra uomo e montagna.
Vi aspetto.

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